QUANDO IL GIOCO SI FA DURO.
Di Nadia Toffa
II° Vincitore I° Edizione Premio Piersanti Mattarella 2015
Siamo di fronte a una nuova dipendenza, una dipendenza senza sostanza. Leggere questo libro ti insegna a riconoscere gli effetti e i primi segnali della malattia del gioco. E poi ci sono le storie umane: mi hanno scritto in molti e sono in contatto con i protagonisti delle vicende che racconto nel libro. Paolo di cui racconto sta male. Voglio stargli vicina, cerco di stimolarlo. Lo voglio convincere a chiedere aiuto; molte persone si vergognano, si sentono stupide e impotenti”.
Il ritmo risulta incalzante e il libro è assolutamente fruibile e comprensibile: è questa la sua vera forza. Perché, come dice la iena, “credo che se una persona non capisce il fenomeno è stato un errore tuo poiché non sei stato capace di trasmettere il concetto”.
Tra le varie testimonianze di ludopatici raccontate, troviamo la storia di Sara, una ragazza che si stava per laureare in medicina e che, partendo dalla compulsione da gioco diventa sesso-dipendente. Renatino è invece un giocatore compulsivo da cinque anni: in pochi minuti si brucia lo stipendio alle slot machine e per racimolare i soldi si trasforma in un rapinatore. Nik si è rovinato con i giochi online e i gratta e vinci: si riduce a giocare nel garage come un topo per farlo indisturbato.
Le loro storie sono quelle di persone invisibili e insospettabili perché, a soffrire di ludopatia, sono persone di tutte le età, di varia cultura ed estrazione sociale.
Conoscere questa patologia è l’unico modo per non averne paura. E per questo Nadia Toffa nel suo decalogo presenta le cose da non fare e quelle da fare.
Insomma, vietato vietare, ma occorre educare al consumo.